Giovanna Bracchitta, Lila Madrigali e Carmelo Corrado Occhipinti

Emozioni e affetto in Galleria Boragno per Lila e “Settedì”

Esattamente una settimana dopo Ragusa, a Busto Arsizio, Lila Madrigali si è presentata al suo più vicino pubblico. Francesca Boragno, come sempre, ci ha accolti con caloroso affetto e con parole di stima e incoraggiamento, dando il via alle danze. Era il 2 marzo: in una spettacolare cornice di persone attente, Andrea Depaoli, attore e studente di scrittura creativa, ha splendidamente interpretato alcuni brani del libro, ottenendo calorosi applausi.

Ma come possiamo riassumere una serata così ricca di emozioni, di riflessioni, condivisioni di pensieri, affetto e poesia?

Lila Madrigali e Carmelo Corrado Occhipinti hanno dialogato tra loro e col pubblico sull'opera e sulla psicoanalisi. L'Autrice ha parlato del coraggio di scrivere e di pubblicare un lavoro che sente in divenire, come la sua crescita personale attraverso la realizzazione dei propri desideri.

“Un libro farfalla! Chissà dove va...”

dice lei stessa. Da ragazza frequentava, senza regolare iscrizione, i corsi della facoltà di psicologia per il solo desiderio di sapere e conoscere.

Già ammirata per la voce e le canzoni, è un'artista a tutto tondo. Descrive scenari di straordinaria bellezza con una prosa naturale e spontanea che affascina il lettore coinvolto nel suo mondo interiore. È una “psiconauta” per la passione e la curiosità tipiche di chi vuole scoprire se stessa e il mondo che la circonda.

Intervallati da momenti in cui le pagine hanno avuto la propria voce, grazie a quella di Andrea Depaoli, Lila e Carmelo hanno duettato su come ci si sente dopo una psicoanalisi. Lila ha paragonato le proprie sessioni ad una Spa, ad un massaggio alle terme, dove però si accetta la rabbia, lasciandola scorrere ed evitando che un piccolo accendino si trasformi in una palla di fuoco che distrugge tutto: il rapporto con gli uomini, l'idea della propria soddisfazione e le prospettive del successo.

La nota più emozionante di tutta la serata è stata la grandissima partecipazione di tutti voi e il contributo che avete voluto lasciare. Chi aveva acquistato il libro durante la prevendita non ha perso occasione per dire la propria e suggerire la lettura di Settedì. Più di un'ora di interventi per complimentarsi con Lila e per apprezzare l'impegno di Albaccara, questa piccolissima Casa Editrice dal cuore e dai desideri grandi.

Non siamo in grado di ringraziare tutti personalmente per l'affetto dimostrato e per il grande contributo donato con la vostra voce. Ma vogliamo citare almeno alcuni dei vostri interventi.

Mara Zambello ci ha commosso con le sue parole di ammirata esortazione per la Casa Editrice Albaccara. Il suo punto di vista su “Settedì, lettere infrasettimanali ad uno psicoanalista” è particolarmente affascianante:

“Pochi libri sono così veri! Fa venire voglia di uscire e guardare in faccia ogni persona cercando la parte più vera di ciascuno di noi perché è anche così che si combatte la solitudine: avendo il coraggio di cercare se stessi negli altri”.

Non sono mancati affettuosi punzecchiamenti sulla pazzia dell'editore. In un mondo che sempre più si allontana dalla carta stampata, muoversi da editori è invece una lucida follia, un sogno ad occhi aperti che si realizza sempre più e meglio. Il progetto di coltivare il pensiero vero e libero si trasforma in una realtà viva e attiva sentendosi parte di una comunità pensante dove si scrive, si elabora, si trasmettono ideali e contenuti. Andrea Depaoli ha contribuito al dialogo sul libro affermando che “quando Lila scrive in terza persona è straordinaria.” Ha inoltre trovato la sua “potenza narrativa e romanzesca sorprendente.”

Anche Giulia Michelon, laureata in Editoria e volontaria (ahimè alle scarse finanze!) correttrice di bozze per questa occasione, non ha fatto mancare il proprio positivo giudizio tecnico: “Lila riesce a scrivere bene in ogni forma… il suo stile conciso mostra una espressività incredibile, chiara e rivela il suo animo. Se questo libro è arrivato a me, spero che possa arrivare a tutti voi.”

Era presente anche Carlo Colombo de La Prealpina che con sensibile discrezione ha raccolto i dati di fatto e li ha pubblicati, senza presentarsi, senza farsi riconoscere. Per noi una presenza inattesa e gradita anche e soprattutto per lo spessore intellettuale dell'articolo (lo pubblicheremo a breve!) in cui è evidenziata un'altra massima del libro e di Albaccara: si può avere una disabilità, ma non si è disabili!

Lila, con una frase lapidaria, ha dato la nostra immagine migliore:

“Albaccara, un cassetto in cui arrivano i sogni delle altre persone.”